Dr. Massimiliano Brambilla
Corpo Viso
Ricostruttiva
Chirurgia plastica ricostruttiva
Chirurgia plastica estetica
Medicina estetica avanzata e laser
Chirurgia genitali esterni maschili e femminili

HP
Profilo e professione
Mi racconto
Attività umanitarie
Chirurgia Plastica e Servizio Sanitario Nazionale e Assicurazioni
Costi
Contatti

Pene piccolo vero

Cos’è un pene piccolo?
Mah... Non esitono parametri internazionalmente riconosciuti che indichino chiaramente cosa sia un pene piccolo, un pene di medie dimensioni ed uno grande.
Alcuni autori ritengono che un micropene sia un pene di almeno 2,5 deviazioni standard al di sotto della norma.

Prima di parlare di micropene occorre esaminare con attenzione il soggetto, misurare il pene in condizione di riposo dalla sinfisi pubica all’apice del glande in una situazione di massimo stiramento passivo... Tale misurazione porta a valori simili a quelli del pene in erezione. Potremmo dire però ragionevolmente che un pene che in tali condizioni raggiunge un minimo di 12-13 cm può essere fatto rientrare nella norma. Anche il calibro è oggetto di discussione ed i pareri sono ampiamente variabili. Secondo un studio condotto da Vessels e pubblicato sulla rivista specialistica Journal of Urology nel 1996, il calibro medio in flaccidità deve essere di 9,7 cm ed in erezione di 12,3.
In sintesi: non ci sono dimensioni standard ma ragionevolmente si definisce pene piccolo, quel pene che in erezione misura meno di 14 cm.

È bene sottolineare che spesso il problema è fortemente psicologico e molto, molto meno anatomico. La sindrome da spogliatoio, esacerbata da genitali talvolta mastodontici (fuori media) propinati dalla pornografia, può creare disagi anche a chi è normodotato.

I trattamenti di allungamento ed allargamento dell’organo genitale maschile devono essere limitati a coloro che hanno veramente un problema anatomico.
I normodotati con la classica “sindrome immaginaria da spogliatoio” sono invece candidati non idonei; questi casi prima di accedere al trattamento necessitano di parere favorevole dello psicosessuologo che certifichi una conidzione di disagio esistenziale importante.

TECNICHE DI ALLUNGAMENTO
La lunghezza del pene può essere incrementata mediante la lisi del legamento sospensore del pene, la struttura posta alla base superiore del membro ed atta a mantenerlo vicino al bacino. Se si incide questa struttura si acquistano in genere 2,5-3 cm; il pene in erezione risulterà però maggiormente distaccato dal pube.
Alcuni autori sostengono l’utilità di inserire cunei di silicone a livello pubico al fine di impedire la retrazione cicatriziale del legamento interrotto, altri l’utilizzo di estensori esterni da utilizzare per almeno un paio di mesi. Nessuno studio ha dimostrato la superiorità di una metodica rispetto all’altra.
La lunghezza può essere ulteriormente incrementa ricorrendo all’allestimento dei cosiddetti lembi a WY che permettono di guadagnare altri 2-3 cm.
In alcuni casi poi si può associare la liposuzione del pube, che riducendo l’adiposità alla base del pene, ne esalta la lunghezza.

LIPOSUZIONE DEL PUBE, MINIADDOMINOPLASTICA ED ADDOMINOPLASTICA
La liposuzione pubica aiuta grandemente nei soggetti sovrappeso ad evidenziare la base del fallo, evidenziandolo. In alcuni casi può essere utile la procedura di miniaddominoplastica o addominoplastica completa al fine di ridurre il pannicolo adiposo e sollevare il pube.

IMPIANTI PROTESICI
Sono indicati solo nel caso di difetti di erezione e non per mero allungamento dell’organo.

TECNICHE DI AUMENTO VOLUMETRICO
il volume può essere invece incrementato con varie metodiche, nessuna però in grado di dare risultati apprezzabilissimi o stabili nel tempo.
Vanno scartate perché pericolosissime, metodiche ineittive di impianto di sostanze non riassorbibili (es metacrilati e simili) perché foriere di possibili e gravissime complicanze.
La più sicura, mi viene da dire la meno potenzialmente dannosa, è quella della lipostruttura, cioè dell'iniezione di tessuto adiposo nel sottocute. La procedura prevede il prelievo e la centrifugazione del tessuto adiposo che viene successivamente iniettato nel pene. Al fine di permettere l’attecchimento massimale, la quantità inettabile non deve superare i 5- 10 cc; il riassorbimento è valutabile in circa il 50% a 3 mesi.
La procedura quindi dovrebbe essere ripetuta a distanza di almeno 3 mesi per poter incrementare ulteriormente il volume.
Alcuni autori hanno proposto innesti di safena, o derma. I risultati però, a dispetto dell’impegno chirurgico, sono spesso insoddisfacenti.
Una alternativa temporanea è l’utilizzo di acido jaluronico macromolecolare, come recentemente proposto da alcuni autori spagnoli. Anche questo però non deve essere impiantato in quantità eccessive per il rischio di spostamento del prodotto e la formazione di antiestetiche e potenzialmente dannose “bolle”.

Si tratta a mio avviso di interventi destinati solo a chi ne ha veramente bisogno perchè affetto da pene di dimensioni decisamente contenute.
Occorre ben valutare in sintesi se ne valga realmente la pena o meno la pena.


Tutti i diritti riservati - Web Agency G&P Communication P.I. 11794580156