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Clinica Planas - Av. Pere II de Montcada, 16Barcelona
Clinique Champel - Rue Firmin Massot, 12Ginevra
Email:
info@massimilianobrambilla.itMi presento
Sono Massimiliano Brambilla. Sono nato a Milano, ho trascorso la mia infanzia e adolescenza da bambino felice nella mia città. Educazione religiosa alle elementari (Suore orsoline) e laica alle medie (Istituto San Celso). Ho fatto il liceo classico al Tito Livio dove ho trascorso 5 anni di grande piacere e stimolo intellettivo. Bambino e ragazzino impegnato: inglese e tedesco di studio, agonista di canottaggio, suonatore di chitarra... insomma i miei non mi hanno fatto mancare nulla...
La medicina mi ha sempre affascinato
Soprattutto nei suoi aspetti anatomici. Scoprire il corpo umano ed i suoi misteri era uno dei miei svaghi già quando ero adolescente. Mi è sembrato naturale quindi iscrivermi alla facoltà di medicina.
Entrai quindi all’Università di Milano. Del primo anno ricordo l’incontro con due grandi figure di ampia cultura ed umanità infinita, due grandi storici della medicina, Bruno Zanobio e Giuseppina Bock Berti, che mi fecero scoprire l’umanesimo della medicina e quanto questa fosse agganciata alla filosofia. Mi dissero che se la facoltà di medicina si era staccata solo nel 1920 dalle facoltà filosofiche e fino a quella data non faceva pare delle facoltà scientifiche c’era pure una ragione… ed avevano ragione. La medicina non è solo tecnicismo, c’è molto, molto di più. Medicina non è solo dare una compressa o salvare il paziente con il migliore dei gesti chirurgici; è molto di più: è saper ascoltare e capire i mali che si vedono e quelli che non si vedono, è vedere i mali del fisico ed intravedere i mali dell’anima, è dare ascolto e trovare la parola giusta per dire che c’è speranza o che non ce n’è.
Terminato il primo anno sentivo la necessità di vivere l’ospedale da vicino. L’opportunità venne da un congresso celebrativo che si svolgeva alla clinica Mangiagalli ed in cui fui coinvolto dagli storici medici. Nell’occasione ebbi a conoscere un altro personaggio chiave della mia vita, Laura Sanchioni, una appassionata anatomopatologa, tra le massime esperte di malformazioni congenite, grande ed eclettica personalità che mi appassionò alla materia facendomi scoprire le aberrazioni che la natura può creare. Frequentavo con passione il reparto ed un giorno, mentre stavamo facendo un’autopsia di un neonato malforme che aveva anche un labbro leporino, Laura mi disse di bussare alla porta del reparto di chirurgia plastica dove i labbri leporini venivano curati per vedere come la natura potesse essere riparata.
Il gioco era fatto.
Era il secondo anno di università ed entravo a frequentare nel reparto di chirurgia plastica
Il reparto, quello dove tutt’oggi lavoro, aveva grande storia e fama. Era stato fondato negli anni 30 da Gustavo Sanvenero Rosselli, padre della chirurgia plastica italiana. Chi ci lavorava si portava dietro quel fardello di eredità. Feci in tempo a conoscere Franco Mussinelli che aveva condotto il reparto per vent’anni. Me lo ricordo come un omone molto serio. Ma non ebbi la possiblità di conoscerlo perché morì da li a poco. Subentrò Armando Carù che della cura del labbro leporino e della malformazione congenita aveva fatto una ragione di vita. Con lui lavoravano altri chirurghi a cui devo molto per la mia crescita, tra loro Tito Cipollini e Franco Campagna con il quale tuttora lavoro. Le specialità del reparto erano le malformazioni congenite. Il reparto era veramente grande: sezione bambini, donne e uomini per un totale di 40 posti letto.
Le mie giornate errano densissime: frequentavo al mattino il reparto di chirurgia, al pomeriggio andavo in anatomia patologica per le attività dissettorie e… alla sera frequentavo l’università nei corsi per studenti lavoratori…
Per fortuna che da sempre dormo 5-6 ore per notte
Trovavo tutto interessante, mi cibavo di tutto quello che vedevo ed ero sempre emozionato.
Devo dire che l’emozione per il mio lavoro non mi ha mai lasciato un attimo. Continuo a ringraziare il cielo tutte le mattine perché faccio un lavoro che amo e mi appassiona. Non puoi pensare che la medicina sia un semplice lavoro. È infinitamente di più: è coinvolgimento totale.

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