Diminuzione del seno

Mastoplastica riduttiva

L'ipertrofia mammaria (eccessivo volume della mammella) è legata a molteplici fattori: predisposizione congenita e peso eccessivo sono i fattori principali. All'ipertrofia mammaria è sempre legato un grado di ptosi (cedimento) dovuto al cedimento dei tessuti ghiandolari, dei legamenti che collegano la ghiandola al piano fasciale profondo e della cute che perde elasticità. Spesso la condizione determina problemi funzionali importanti: mal di schiena, difficoltà nelle normali occupazioni e nell'attività sportiva, infezioni batteriche e fungine al solco mammario, problemi psicologici. Scopo della mastoplastica riduttiva è quello di ridurre il volume mammario e ridare una forma aggraziata alla mammella. La mastoplastica riduttiva è l'intervento volto a correggere un seno eccessivamente voluminoso. Questo intervento consente di ridurre la ghiandola mammaria e sollevare il seno.

Sottoporsi all'intervento di mastoplastica riduttiva

Prima di effettuare l’intervento di mastoplastica riduttiva è necessario eseguire opportuni esami ematochimici preoperatori, un elettrocardiogramma ed una ecografia o ecografia associata a mammografia (a seconda dell’età).
La mastoplastica riduttiva consiste nell’asportazione ragionata del volume ghiandolare eccessivo e nel modellamento del rimanente mediante tecnica di pessia che consiste nel riposizionamento superiore della ghiandola mammaria residua e del complesso areola-capezzolo.

Le tecniche di mastoplastica riduttiva

La scelta della tecnica da utilizzare dipende dalle condizioni di partenza della paziente e dalla scelta del chirurgo. Non esistono linee guida perfettamente definite che possano dare indicazioni precise ed univoche su quale tecnica scegliere. Ogni tecnica ha pro e contro.

Le tecniche in base alla cicatrice vengono distinte in:

– A round block: consiste nella rimozione solo di un anello di cute concentrico all’areola e di una porzione ghiandolare di ciascun quadrante, ne residuerà una cicatrice intorno all’areola che inizialmente risulterà arricciata per poi distendersi.
Pro: una sola cicatrice intorno all’areola.
Contro: la cicatrice è spesso distasata e quasi mai di buona qualità e con tale tecnica non è possibile modellare la ghiandola mammaria in modo appropriato; l’effetto che se ne ottiene è quasi sempre quello della forma del pomodoro: schiacciata superiormente e priva di proiezione retroareolare.

– A cicatrice verticale: consiste nella rimozione di una parte di cute intorno all’areola e di una losanga di cute e mammella verticale, la cicatrice sarà quindi periareolare e verticale. La verticale potrà risultare totalmente o parzialmente arricciata. La lunghezza della cicatrice verticale varia a seconda della forma e dimensione della mammella.
Pro: è possibile ridurre e modellare la ghiandola a piacere per ottenere la forma desiderata.

– A cicatrice a T: consiste nella stessa procedura della mastoplastica riduttiva a cicatrice verticale ma viene aggiunta una cicatrice al solco. La tecnica, sebbene i chirurghi più moderni la reputino “old fashion”, è ancora amata da molti.
Pro: è possibile ridurre e modellare la ghiandola a piacere per ottenere la forma desiderata.
Contro: l’aggiunta di una cicatrice.

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