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info@massimilianobrambilla.itLa ptosi (caduta della mammella) è legata al cedimento dei tessuti ghiandolari, dei legamenti che collegano la ghiandola al piano fasciale profondo e della cute che perde elasticità. La pessia mammaria (mastopessi) è l'intervento volto a correggere un seno eccessivamente cadente e consiste nel riposizionamento superiore della ghiandola mammaria e del complesso areola-capezzolo. Scopo della procedura è ridare una forma aggraziata alla mammella. L'intervento di mastopessi consente di risollevare la ghiandola mammaria ed eventualmente restituirle volume con l'inserimento di una protesi qualora svuotato o alleggerirlo rimuovendone la porzione in eccesso qualora eccesivamente pesante.

Sottoporsi all'intervento di mastopessi
Prima di effettuare l’intervento di mastopessi è necessario eseguire opportuni esami ematochimici preoperatori, un elettrocardiogramma ed una ecografia o ecografia associata a mammografia (a seconda dell’età).
Le tecniche di mastopessi (pessia mammaria)
La scelta della tecnica da utilizzare dipende dalle condizioni di partenza della paziente e dalla scelta del chirurgo. Non esitono linee guida perfettamente definite che possano dare indicazioni precise ed univoche su quale tecnica scegliere.Ogni tecnica presenta pro e contro.

Le tecniche di mastopessi in base alla cicatrice vengono distinte in:
– A round block: consiste nella rimozione solo di un anello di cute concentrico all’areola, ne residuerà una cicatrice intorno all’areola che inizialmente risulterà arricciata per poi distendersi.
Pro: una sola cicatrice intorno all’areola.
Contro: la cicatrice è spesso distasata e quasi mai di buona qualità e con tale tecnica non è possibile modellare la ghiandola mammaria in modo appropriato; l’effetto che se ne ottiene è quasi sempre quello della forma del pomodoro: schiacciata superiormente e priva di proiezione retro areolare. È comunque una tecnica indicata nelle ptosi minori e per le mammelle tuberose.
– A cicatrice verticale: consiste nella rimozione di una parte di cute intorno all’areola e di una losanga di cute verticale, la cicatrice sarà quindi periareolare e verticale. Anche in questo caso la verticale potrà risultare totalmente o parzialmente arricciata. La lunghezza della cicatrice verticale varia a seconda della forma e dimensione della mammella.
Pro: è possibile modellare la ghiandola a piacere per ottenere la forma desiderata.
Contro: una cicatrice periareolare e verticale.
– A cicatrice a T: consiste nella stessa procedura della mastopessi a cicatrice verticale ma viene aggiunta una cicatrice al solco. La tecnica, sebbene i chirurghi più moderni la reputino “old fashion”, è ancora amata da molti.
Pro: è possibile modellare la ghiandola a piacere per ottenere la forma desiderata.
Contro: l’aggiunta di una cicatrice.
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