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Chirurgia genitali

Incurvamento

Incurvamento congenito del pene

L’incurvamento del pene (recurvatum o griposi) è dovuto ad anomalo sviluppo dei corpi cavernosi. Il più delle volte è ventrale, qualche volta laterale, raramente dorsale. Spesso si associa ad ipospadia, nel caso del recurvatum ventrale o episapadia nel caso del recurvatum dorsale. In tali casi, in erezione, il pene tende a voltare verso la parte incurvata. La maggiore problematica è quella legata al rapporto sessuale che in tali casi può essere veramente moto difficoltoso.

La terapia chirurgica si chiama “corporoplastica” e mira a correggere la curvatura anomala e portare in asse l’asta.
Le tecniche sono tre:
1) corporoplastica di raddrizzamento (asportazione di porzioni di tonaca albuginea cavernosa sul lato convesso); in sintesi si accorcia il lato convesso portandolo alla lunghezza di quello concavo. Si determina però un accorciamento. Il pene deve perciò essere di dimensioni almeno nella norma.
2) Cavernosolisi: si allunga la porzione corta. Poiché però spesso la problematica è correlata ad uretra eccessivamente breve, spesso si determina una condizione di ipospadia chirurgica, cioè, a causa dell’allungamento, si accorcia l’uretra che deve essere allungata contestualmente o in un secondo momento. Quindi il pro è che il pene si allunga e non si accorcia, il contro è che spesso deve essere ricostruita l’uretra per allungare il segmento deficitario.
3) In alcuni casi si rende necessaria anche l’apposizione di innesti di derma o di vena safena al fine di allungare la parte “corta” e liberata dalla zona fibrotica.

Incurvamento acquisito del pene (Induratio plastica o Malattia di La Peyronie)

È una patologia causata dalla formazione di una placca fibrosa ed inestensibile sulla tonaca albuginea, cioè il rivestimento del corpo cavernoso.
In erezione, l’inestensibilità della placca causa incurvamento dell’asta per l’anomala tensione esercitata sulla medesima.
La formazione della placca è accompagnata da una prima fase caratterizzata da dolore e da comparsa di incurvamento che si accentua gradualmente. Nel 50% dei casi si assiste a stabilizzazione della patologia, sebbene in una percentuale minore si osservi remissione della patologia ed in altrettanti un aggravamento.
Le terapie mediche sono indicate nella fase iniziale, mentre quelle chirurgiche sono indicate nei casi conclamati e stabilizzati. Tali metodiche consistono in:
1) corporoplastica: indicata nei casi di bassa e media gravità in presenza di pene di lunghezza appropriata. Consiste nel correggere la parte concava lasciando la placca integra, in sostanza, si corregge, accorciandolo, il braccio lungo dell’asta, mentre si lascia inalterato quello corto (con la placca).
2) Asportazione della placca e sostituzione con innesto: indicata nei casi maggiori. La placca rimossa viene sostituita con un innesto.
3) Inserimento di protesi peniena: indicata in alcuni casi contestualmente alle procedure sopraelencate.

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